Loading

Alessandro Impagnatiello, 30 anni, barman, padre separato con una doppia vita. Dopo mesi che tentava di avvelenare la compagna incinta, la massacra con 37 coltellate e tenta di bruciare il corpo, ma non ci riesce, allora lo trascina per le scale e lo carica in macchina. Denuncia la scomparsa e gira per tre giorni col cadavere nel bagagliaio, mentre finge di cercarla. Alla fine getta il corpo tra le sterpaglie e lo copre di rifiuti, ma poi crolla e confessa.

Senago (Milano), 27 Maggio 2023


Titoli & Articoli

Il castello di bugie di Alessandro Impagnatiello (Milano Toay – 1 giugno 2023)
L’uomo aveva una doppia vita: ha confessato l’omicidio di Giulia Tramontano, incinta di 7 mesi
Il suo castello di menzogne è crollato in pochi giorni. Da compagno e futuro padre preoccupato per la scomparsa della fidanzata Giulia Tramontano ad assassino. Pochi giorni prima era crollata la sua maschera di fidanzato affettuoso e fedele, rivelando l’esistenza di una vita parallela con un’altra donna, anche lei di recente incinta. Alessandro Impagnatiello, barman di un hotel di lusso di Milano ha confessato nella notte: ha ucciso la compagna, poi ne ha simulato la scomparsa dalla loro casetta di Senago.
Alessandro Impagnatiello ha 30 anni e lavora come barman. Nell’ambiente è un volto noto perché ha lavorato in bar di locali prestigiosi come il Four Seasons l’Armani Bamboo Bar. Sul fronte personale ha un figlio di sei anni, nato da una precedente relazione e con la ex compagna pare che i rapporti siano buoni. Da qualche anno era legato a Giulia Tramontano, 29enne originaria della provincia di Napoli. Insieme vivevano in un appartamento a Senago. Lei faceva l’agente immobiliare e tra due mesi avrebbe dato alla luce il loro bambino.
Secondo quanto emerge però, Alessandro Impagnatiello aveva anche una vita parallela: un’altra donna che sarebbe anche rimasta incinta ma avrebbe interrotto la gravidanza. Un classico triangolo. Giulia però, col suo pancione di sette mesi, avrebbe scoperto tutto. Da qui la crisi proprio in quelli che dovevano essere i giorni degli acquisti per il bimbo, del corredino e della costruzione del futuro. Non solo. I tre avrebbero anche avuto un incontro per chiarirsi proprio il sabato prima della presunta scomparsa.
Tutte le bugie di Alessandro Impagnatiello. Questa parte della storia però diventa poco chiara e si incrocia con la cronaca degli ultimi giorni. Giulia da sabato scompare. Una telecamera di Senago la inquadra per l’ultima volta quel giorno. La famiglia non ha alcun contatto, contrariamente alle abitudini. Di lei resta solo un messaggio criptico a un’amica: “Sono turbata, vado a dormire”. Domenica il fidanzato Alessandro si presenta ai carabinieri per una denuncia. Formalmente “allontanamento volontario”. Dice di essere rincasato nella notte di sabato e che Giulia dormiva. Dice di essere uscito ancora domenica mattina, lasciando la compagna a letto. Poi non avrebbe più saputo nulla. Scattano le ricerche e le sue parole sono quelle che più attirano l’attenzione degli inquirenti.
La svolta arrivata mercoledì sera quando Alessandro Impagnatiello viene indagato per omicidio e i carabinieri della sezione investigazioni scientifiche entrano nell’abitazione della coppia, in via Novella 14/A, per effettuare i rilievi e accertamenti, alla ricerca di tracce e riscontri agli elementi già raccolti nei giorni scorsi. Tracce biologiche, forse sangue, erano state trovate nell’auto dell’uomo. Dopo poco Impagnatiello crolla. Confessato tutto nella notte e consente di ritrovare il cadavere di Giulia in un’area verde abbandonata a Senago: il corpo in un lembo di terra dietro ai box di una palazzina, non molto lontano dall’abitazione della coppia. Ora è accusato di omicidio volontario aggravato, ma anche di occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Impagnatiello avrebbe screditato a più riprese Giulia, parlando con l’amante con cui aveva una relazione parallela. Sarebbe stata proprio l’amante, una collega straniera di Impagnatiello, a chiedere al 30enne di incontrare Giulia il sabato della scomparsa. Per una sorta di incontro chiarificatore. Cosa sia accaduto davvero è materia per gli inquirenti. L’unica certezza al momento è quella dell’omicidio a coltellate della ragazza, delle traccie di sangue in casa, nelle scale del condominio e nell’auto del barman. Le indagini proseguono per chiarire se Impagnatiello fosse solo o con un complice.

 

Giulia Tramontano, la confessione choc di Impagnatiello: «L’ho uccisa con due coltellate alla gola» (Leggo – 3 giugno 2023)
Il giovane barman, in carcere per l’omicidio della 29enne, è crollato dopo poche ore. L’ordinanza del gip
Ha ucciso «senza un reale motivo» per lo «stress» che stava vivendo a causa «non solo della gestione delle due ragazze» con cui aveva una relazione parallela, «ma anche per il fatto che altri ne fossero venuti a conoscenza, per esempio sul luogo di lavoro». Lo ha spiegato Alessandro Impagnatiello cercando di giustificare l’omicidio di Giulia Tramontano, la sua fidanzata incinta al settimo mese, di cui inizialmente aveva denunciato la scomparsa.
La confessione choc di Impagnatiello. Una denuncia che ha retto poche ore: l’uomo alla fine è crollato e ha confessato di averla accoltellata lo scorso sabato sera nella loro abitazione di Senago, nel Milanese, dopo che lei si era incontrata con l’altra e aveva scoperto il tradimento. «Intanto che io mangiavo una piadina – ha messo a verbale – Giulia è andata in cucina per preparare la cena e ha iniziato a tagliare dei pomodori. Io ero in sala che finivo la mia piadina. A quel punto, di nuovo, Giulia ha riaperto la discussione sul tradimento dicendomi che dopo quello che aveva scoperto la vita le era diventata pesante. E che non riusciva più a vivere. Che non voleva più vivere».
Del tradimento i due avevano già discusso quel tardo pomeriggio, con lei decisa a chiudere il loro rapporto in quanto lui, come aveva confidato in quelle ore a un’amica, le aveva «rovinato la vita». E lui, barman all’Armani Bamboo, dopo aver tentato di sottrarsi in tutti i modi a un confronto con le due donne (inventando addirittura di dovere andare in ospedale dalla madre), ha colpito con un coltello da cucina al collo la giovane donna con in grembo il loro figlio. «Le ho dato due coltellate alla gola – ha raccontato agli inquirenti l’assassino – ha tentato di divincolarsi, ma non riusciva, lo faceva in modo debole. Non ha nemmeno urlato. A quel punto erano le 20.30, era a terra ho pensato: Come mi libero del corpo? E così l’ho portata in bagno e le ho dato fuoco nella vasca». Non riuscendoci, ha infine gettato il corpo tra le sterpaglie e ridosso dei box di una palazzina non molto lontano dalla sua.
Un film dell’orrore Un film dell’orrore per cui ora anche la madre, Sabrina Paulis, in lacrime, ha definito il figlio «un mostro». «Chiedo perdono a tutta la famiglia per aver fatto un figlio così. Come fai a perdonare? – ha aggiunto la donna – Alessandro pagherà, quello si, ma è imperdonabile». Cosa che sa bene anche Alessandro. «L’unica forma di pentimento che ha un senso è togliermi la vita», ha ripetuto più volte al suo difensore, Sebastiano Sartori, subito dopo il fermo avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì dopo la sua confessione davanti al pm Alessia Menegazzo, che con l’aggiunto Letizia Mannella coordina le indagini condotte dal nucleo investigativo dei carabinieri di Milano e i loro colleghi della compagnia di Rho. Fermo che ieri è stato convalidato dal gip Angela Minerva che, come ha chiesto la Procura, ha disposto il carcere per omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale. Il giudice, pur non riconoscendo la premeditazione e la crudeltà, due aggravanti che si aggiungono a quelle del vincolo della convivenza e dei futili motivi, ha comunque ritenuto di condividere la ricostruzione finora fatta da inquirenti e investigatori.
L’ordinanza del gip. In merito alla giustificazione data dell’omicidio, il giudice ha sottolineato che il barman «ha adottato una soluzione estrema per sottarsi ad una situazione di stress e che pertanto potrebbe nuovamente determinarsi ad una soluzione quale la fuga per sottrarsi alle conseguenze del procedimento», ossia il carcere. «Inoltre – ha aggiunto il gip – ha dimostrato di avere capacità reattive che gli hanno consentito nelle ore successive e per alcuni giorni» di dissimulare la realtà facendo credere che Giulia fosse sparita.
Nel provvedimento si sottolinea l’«estrema gravità dei reati commessi ed i tratti caratteriali dell’indagato» il quale, oltre ad aver manifestato «capacità manipolativa» e «instabilità emotiva», sperava, «avendo ‘eliminatò il pericolo costituito da Giulia Tramontano, di proseguire la relazione» con l’altra, donna la quale «invece, avendo scoperto la doppia relazione (…) lo aveva allontanato vanificando e quindi frustrando (nuovamente) le sue aspettative». in attesa dell’autopsia, le indagini vanno avanti per capire se il 30enne sia stato aiutato a sbarazzarsi del corpo senza vita di chi lo avrebbe reso padre per la seconda volta.

 

La Mamma di Alessandro ‘chiedo perdono, mio figlio è un mostro’ (Ansa – 2 giugno 2023)
“Mio figlio è un mostro, lo so. Io le chiedo perdono”: lo ha detto alla ‘Vita in diretta’ in lacrime Sabrina Paulis, la mamma di Alessandro Impagnatiello, ora in carcere per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano incinta di sette mesi.
“Chiedo perdono, da madre, a tutta la famiglia per aver fatto un figlio così” ha aggiunto. “Come fai a perdonare? Alessandro pagherà, quello si, ma è imperdonabile”. “Perché lo hai fatto? Hai rovinato la vita a tutti”. “Purtroppo” ha risposto in lacrime alla giornalista che le ha chiesto se è la mamma di Alessandro. Lacrime irrefrenabili che cerca di soffocare. “Non oso immaginare i familiari di Giulia. La mamma Loredana è una persona fantastica. Alessandro è un mostro” ha detto nella parte di intervista andata in onda.
“Io le chiedo perdono da madre, ma non so cosa fare. Io le chiedo perdono di aver fatto un figlio così. Chiedo perdono a tutta la famiglia di aver fatto un figlio così che nessuno sapeva. Ale – ha ripetuto – non era così. Non so cosa è successo. Io non ci credo ancora”.
Sabrina Paulis ripercorre poi i giorni dalla scomparsa di Giulia, spiega di aver sempre creduto al figlio. “Era molto credibile. Io gli dicevo: ‘Ale tu mi devi dire qualcosa? Non ti preoccupare. Eravamo da soli e diceva ‘No non ti devo dire niente. Dov’è Giulia?’ e piangeva”. “Tu fidati di me. Voi dovete fidarvi di me. E io come faccio a non credergli?” dice fra le lacrime la mamma. “Come fai? Uno che ti dice così ed è tuo figlio? E’ un mostro e lo ripeterò sempre ma – conclude – lui non era così”.

 

“Mi strappò il telefono di mano, avevo paura”. Il racconto choc dell’amante di Impagnatiello (il Giornale – 4 giugno 2023)
La 23enne ha raccontato agli inquirenti alcuni dettagli dell’incontro con Giulia: “Le ho proposto, se ne avesse avuto bisogno, di venire da me a casa a dormire”
La diffidenza mostrata nei confronti di Alessandro Impagnatiello potrebbe averle salvato la vita: l’amante dell’assassino di Giulia Tramontano ha spiegato agli inquirenti che cosa è accaduto nelle ore successive al brutale omicidio. La giovane, una ragazza italo inglese di 23 anni, lavorava nello stesso locale dell’omicida, ovvero l’Armani Bamboo Bar di Milano: con lei Impagnatiello aveva una relazione da circa un anno. Né la 23enne né Giulia Tramontano, tuttavia, erano a conoscenza della doppia vita dell’uomo, almeno fino al momento in cui tutto non è venuto a galla, e le due ragazze hanno deciso di incontrarsi.
La giovane ha scoperto della doppia vita di Impagnatiello dopo aver visto delle foto sul suo cellulare, scatti che lo ritraevano insieme a Giulia, a Ibiza. “Lei era chiaramente in stato interessante“, ha riferito la 23enne agli inquirenti. “
Lui si è accorto che stavo guardando le foto e mi strappò il telefono di mano e abbiamo avuto una mezza discussione che io ho interrotto per via di altre persone presenti“. Il 30enne, però, aveva una spiegazione per tutto. In quel caso raccontò che il bambino in arrivo non era il suo. Io gli avevo creduto. Lui mi disse che il motivo del viaggio insieme a Giulia era stato fatto perché lei era giù di morale”.
L’incontro con Giulia. “Il nostro incontro è stato veramente cordiale, ha raccontato ai carabinieri del nucleo investigativo di Milano l’amante di Impagnatiello durante la deposizione dello scorso 31 marzo, “tant’è che appena ci siamo viste ci siamo abbracciate per solidarietà femminile”. Nel confronto cordiale tra le due, avvenuto il sabato poco prima dell’omicidio, Giulia aveva anticipato alla 23enne le sue intenzioni. “Mi ha detto che Alessandro non avrebbe mai visto il figlio e che a lei interessava solo il bimbo e la sua salute”, ha proseguito la ragazza italo-inglese. “Non sapeva ancora se si sarebbe recata a Napoli dai suoi genitori, ma sicuramente non voleva più vedere Alessandro”. Non prima di dire addio al 30enne. “Sarebbe comunque tornata a Senago, dopo il nostro incontro, per parlare con Alessandro e per lasciarlo, ha spiegato ancora la giovane, mostrando piena solidarietà a Giulia e proponendosi di aiutarla in qualunque modo: “Io le ho anche proposto, se ne avesse avuto bisogno, di venire da me a casa a dormire. Lei disse di non preoccuparmi ringraziandomi”.
Le ore dopo l’omicidio. Dopo avere ucciso la compagna, Impagnatiello ha iniziato subito ad assillare l’amante“Alessandro ha iniziato a chiedermi di vederci”, ha raccontato agli inquirenti la ragazza. “Le sue richieste erano talmente pressanti che mi ha accompagnato un collega a casa poiché anche loro erano preoccupati”.Una situazione completamente fuori controllo, specie nel momento in cui il 30enne si è presentato dinanzi alla porta di casa dell’amante.
“Lui insisteva perché lo facessi entrare a casa, ma io non ho voluto perché avevo paura”, ha rivelato la 23enne. E forse proprio grazie a questa sua diffidenza nei confronti dell’omicida la giovane si è potuta salvare. Il timore era dettato “soprattutto dal fatto che non sapevo che fine avesse fatto Giulia e di cosa fosse capace lui”, ha specificato ancora la collega di Impagnatiello. “Tenga presente che quando io ero ancora a lavoro e cercavo di capire dove fosse Giulia e perché non mi rispondeva ho fatto una videochiamata ad Alessandro”.

 

L’altra donna di Impagnatiello: “Per 9 minuti mi ha detto ‘Giulia dorme'” (Gazzetta del Sud – 5 giugno 2023)
L’uomo ha risposto solo alla terza videochiamata della ragazza
E’ durata 9 minuti la videochiamata in cui Alessandro Impagnatiello, che aveva appena ucciso la compagna incinta di sette mesi, ha assicurato che Giulia stava bene alla ragazza con cui aveva una relazione parallela, che chiedeva sue notizie: prima le ha detto che stava dormendo nella loro camera da letto, poi che in realtà era andata da un’amica.
Lo ha ricostruito agli investigatori, lo scorso 31 maggio, la stessa ragazza la quale, nel pomeriggio, si era incontrata con Giulia per parlare della doppia vita del barman. Quella sera la giovane, preoccupata in quanto Giulia non rispondeva ai suoi messaggi, aveva «cercato di capire dove fosse» e ha cominciato a cercare Impagnatiello il quale ha risposto solo alla terza videochiamata.
“Prese dal lavoro i guanti del delitto” Li ha presi «dal lavoro» i guanti in lattice azzurri che Alessandro Imagnatiello ha usato per spostare il corpo di Giulia Tramontano, la sua fidanzata incinta al settimo mese, uccisa il 27 maggio e di cui ha fatto ritrovare il cadavere nella notte tra mercoledì e giovedì. Lo ha spiegato la ragazza con cui il barman al Bamboo Bar dell’Armani Hotel di Milano aveva una relazione parallela. La giovane, collega nel locale, ha spiegato di aver notato che il 30enne, ora in carcere, il giorno dopo il delitto è uscito dal bar con i guanti che spuntavano dal suo zaino e che è riuscita a fotografare: “li ha presi dal lavoro, li ha presi lì”».

 

Giulia Tramontano: il video di Alessandro Impagnatiello che pulisce il sangue. Oggi l’autopsia (con il sospetto atroce) (Today – 9 giugno 2023)

Si sta svolgendo, all’Istituto di medicina legale a Milano, l’autopsia di Giulia Tramontano, uccisa a 29 anni, al settimo mese di gravidanza, dal suo fidanzato Alessandro Impagnatiello a Senago (Milano): gli inquirenti vogliono capire quante coltellate abbiano ucciso Tramontano, e affronteranno così il dubbio più atroce: capire se il barman si sia scagliato pure sul ventre di Giulia, accanendosi sul piccolo che portava in grembo e che sarebbe dovuto nascere in estate.
L’autopsia di Giulia Tramontano oggi. L’autopsia è incominciata stamattina intorno alle 9 e potrebbe durare parecchie ore. Oltre al professor Andrea Gentilomo, vi prendono parte un esperto tossicologo (topicida è stato sequestrato nello zaino di Impagnatiello), un esperto in feti e anche un entomologo. Potranno fornire informazioni utili non solo sull’orario della morte della povera Giulia, ma anche su quando esattamente il cadavere della giovane sia stato abbandonato dietro ad alcuni box auto a mezzo chilometro da casa.
l video di Alessandro Impagnatiello che pulisce il sangue
Si parla molto in queste ore del video di Telelombardia: si vede Impagnatiello pulire (con ogni probabilità sangue e altre tracce dalle scale), alle 15.27 di martedì della scorsa settimana. Il barman è stato ripreso con un teleobiettivo tra il pianerottolo e le scale che portano al piano terra, con il braccio destro proteso verso il pavimento e uno straccio giallo in mano, nel vano sforzo di pulire le tracce di trascinamento di Giulia Tramontano. Tutti, in quegli istanti, la cercavano e speravano ancora che fosse viva. I cameraman della tv privata sono stati ascoltati dagli investigatori per fornire tutti i dettagli. Dal filmato, che risale al primo pomeriggio del 30 maggio e che è stato mandato in onda ieri sera, si evince, spiega l’emittente, che Impagnatiello apre la porta dell’appartamento e senza farsi notare sgattaiola coperto dalla muratura del ballatoio fino alla rampa di scale al piano terra che porta ai box e a quel punto si vede chiaramente il barman prima pulire le macchie di sangue con una spugna gialla, successivamente con uno spazzolone e una bacinella blu scendere nei garage.
Sfuma sempre più, ora dopo ora, l’ipotesi di complici o aiutanti. Nella zona comune dei garage del palazzo di Senago in cui si è consumato il delitto di Giulia Tramontano è stato trovato un carrellino portapacchi professionale, nuovissimo, comprato probabilmente dal reo confesso appositamente per spostare il corpo di Giulia dopo averla uccisa. Il luminol avrebbe evidenziato tracce di sangue. Un ferramenta della zona ricorderebbe – secondo quanto riportano oggi alcuni quotidiani – che a comprarlo martedì 30 maggio fu, con 170 euro in contanti, “un ragazzo esile, con un cappellino calcato sul volto”: Impagnatiello.
Nell’ordinanza di convalida del fermo il gip aveva escluso crudeltà e premeditazione. Il quadro potrebbe cambiare nei prossimi giorni. Alessandro Impagnatiello è rinchiuso nel quinto raggio di San Vittore, dove è guardato a vista dagli agenti della polizia penitenziaria: subito dopo la confessione aveva parlato della possibilità di suicidarsi come unico mezzo di pentimento.


Link