Loading

Giancarlo Bocciarelli, 76 anni, gioielliere in pesione, padre. Entra armato nella clinica dove è ricoverata la moglie, le spara e si uccide

Paderno Dugnano (Milano), 2 Gennaio 2014


Titoli & Articoli

Ex gioielliere di Carpaneto uccide la moglie in clinica a Milano e poi si spara (il Piacenza – 2 gennaio 2014)
Tragedia in una clinica del MIlanese. L’ex gioielliere, Giancarlo Bocciarelli di 76 anni, era originario di Milano, come la moglie, Anna di 79, e abitava con lei a Carpaneto. Stamani è giunto nella clinica intorno alle 11, come altre volte, in visita. Nessuno si è accorto di nulla fino a quando improvvisamente gli infermieri hanno sentito le detonazioni provenire dalla stanza dov’era allettata la donna
Un ex gioielliere in pensione, residente a Carpaneto, ha ucciso la moglie malata, nella clinica dove era ricoverata, a colpi di pistola, e subito dopo si è sparato uccidendosi di fronte al corpo di lei. E’ accaduto la mattina del 2 gennaio a Paderno Dugnano, nel Milanese. L’arma usata era da lui regolarmente detenuta. Secondo le prime informazioni, l’uomo era da tempo molto prostrato per le gravi condizioni della moglie, a cui era molto legato. Intorno alle 11.30 è quindi andato nella struttura dove la donna era ricoverata, una residenza sanitaria per anziani dove si trovava da due mesi per un’ischemia cerebrale. Una volta nella stanza della donna, il marito ha estratto la pistola, una ’38 special’ che deteneva regolarmente dai tempi in cui faceva il gioielliere, e ha sparato due colpi al petto della moglie. Subito dopo ha rivolto l’arma verso se stesso, facendo fuoco una terza volta, alla tempia.
Quando i medici e gli investigatori si sono accorti dei fori sul petto della donna (l’uomo ha mirato al cuore), si è capito quanto era successo. L’ex gioielliere, Giancarlo Bocciarelli, di 76 anni, era originario di Milano, come la moglie, Anna di 79, e abitava con lei a Carpaneto. Stamani è giunto nella clinica intorno alle 11, come altre volte, in visita. Nessuno si è accorto di nulla fino a quando improvvisamente gli infermieri hanno sentito le detonazioni provenire dalla stanza dov’era allettata la donna. Il luogo dell’omicidio-suicidio, la Residenza sanitaria assistenziale Emilio Bernardelli, si trova in via Maresciallo Giardino, alla periferia di Paderno. E’ una struttura residenziale moderna, con corpi di due e quattro piani, a fianco della clinica San Carlo, circondata da un grande parco.
Il negozio del gioielliere che oggi ha ammazzato e la moglie e si è ucciso, Giancarlo Bocciarelli, di 76 anni, che si era ritirato una dozzina di anni fa, si trovava a Milano, in via Losanna, in zona Sempione. Con la moglie, Anna Pirotta, di 79, prima del pensionamento, viveva ad Arese (Milano) e solo in un secondo tempo la coppia si era trasferita nel Piacentino, a Carpaneto. I due lasciano un figlio di 42 anni e una figlia di 40, residenti a Rho (Milano). Chi li conosceva dice che ”erano unitissimi” e non nasconde che dal sopraggiungere della grave ischemia l’uomo era crollato ”in un profondo stato di depressione”
(Fonte Ansa)

Omicidio suicidio a Paderno: uomo uccide donna e si spara (Milano Today – 2 gennaio 2014)
Il luogo dell’omicidio-suicidio, la Residenza sanitaria assistenziale Emilio Bernardelli, si trova in via Maresciallo Giardino, alla periferia di Paderno
E’ emersa solo dopo i primi accertamenti medico-legali la verità sulla tragedia avvenuta giovedì mattina a Paderno Dugnano (Milano) dove un uomo ha ucciso, nella clinica dov’era ricoverata, la moglie gravemente malata. Sulle prime, infatti, per via delle ferite poco evidenti sul corpo di lei, si pensava solo che l’uomo si fosse suicidato al suo capezzale. Quando i medici e gli investigatori si sono accorti dei fori sul petto della donna (l’uomo ha mirato al cuore), si è capito quanto era successo.
L’ex gioielliere, Giancarlo Bocciarelli, di 76 anni, era originario di Milano. Il suo negozio da cui si era ritirato una dozzina di anni fa, si trovava, in via Losanna, in zona Sempione.  E’ giunto nella clinica intorno alle 11, come altre volte, in visita. Il marito ha estratto la pistola, una 38 special che deteneva regolarmente dai tempi in cui faceva il gioielliere, e ha sparato due colpi al petto della moglie. Subito dopo ha rivolto l’arma verso se stesso, facendo fuoco una terza volta, alla tempia. Nessuno si è accorto di nulla fino a quando improvvisamente gli infermieri hanno sentito le detonazioni provenire dalla stanza dov’era allettata la donna.
Il luogo dell’omicidio-suicidio, la Residenza sanitaria assistenziale Emilio Bernardelli, si trova in via Maresciallo Giardino, alla periferia di Paderno. E’ una struttura residenziale moderna, con corpi di due e quattro piani, a fianco della clinica San Carlo, circondata da un grande parco.
Secondo le prime informazioni, l’uomo era da tempo molto prostrato per le gravi condizioni della moglie, a cui era molto legato. Con la moglie, Anna Pirotta, di 79, prima del pensionamento, viveva ad Arese (Milano) e solo in un secondo tempo la coppia si era trasferita nel Piacentino, a Carpaneto. I due lasciano un figlio di 42 anni e una figlia di 40, residenti a Rho (Milano).

Carabinieri davanti alla residenza Clinica Emilio Bernardelli dove questa mattina un uomo ha ucciso a colpi di pistola la moglie malata e subito dopo si è tolto la vita, Paderno Dugnano (MI), Giovedì 2 gennaio 2014. ANSA/DANIELE MASCOLO

Omicidio-suicidio, autopsia sui corpi dei due coniugi. Sconvolti i figli (Libertà – 3 gennaio 2014)
Sono sconvolti i due figli di Giancarlo Bocciarelli e di Anna Pirotta: ieri mattina in una clinica di Paderno Dugnano (Milano) il padre, gioielliere in pensione, ha prima sparato alla moglie in coma da due mesi, uccidendola, e poi ha ricolto la pistola contro se stesso, facendola finita. Alla base del gesto ci sarebbe proprio la situazione clinica della consorte, che aveva gettato l’uomo in un profondo stato di depressione. Nessun biglietto è stato però ritrovato nella stanza.
Ai due figli, Paolo di 42 anni e Roberta di 40, residenti nel Milanese, è spettato il duro compito di riconoscere i corpi e sempre a loro toccherà andare nella casa di Rezzano di Carpaneto dei genitori per cercare di capire se il padre abbia lasciato qualche elemento che possa spiegare la tragedia. Nel frattempo il magistrato di Monza che si occupa del caso ha aperto un fascicolo di indagine e disposto l’autopsia sulle salme: atti dovuti, che al momento rendono però impossibile la fissazione dei funerali. Le indagini sono affidate ai carabinieri di Desio.

«Tutti i giorni le portava fiori e caffè» (il Giornale – 3 gennaio 2014)
Non le rapine, almeno due, durante le quali aveva anche sparato, e nemmeno il tumore con cui ha lottato quindi anni, erano riusciti a piegarlo. Giancarlo Bocciarelli aveva sempre reagito colpo su colpo alle avversità della vita, ma alla fine si arreso all’ictus che aveva colpito l’amata moglie Anna. Così ieri mattina è andato a trovarla in clinica, come sempre le ha appoggiato i fiori freschi e il caffè sul comodino, le ha accarezzato i capelli, quindi le ha appoggiato al petto la pistola, una 38 regolarmente detenuta, e ha tirato due volte il grilletto. Il terzo colpo l’ha riservato a se stesso, alla tempia destra. Aperta la porta, gli infermieri l’hanno trovato accasciato sulla quella donna che aveva giurato di non lasciare mai: «Se la mamma morirà, io la raggiungerò» aveva detto a Natale ai due figli.
Bocciarelli, 76 anni, faceva parte di una sorta di «dinastia» di gioiellieri, almeno una mezza dozzina di negozi gestiti da zii e cugini tra Milano e provincia. Lui il suo negozio l’aveva aperto tanti anni fa in via Losanna al 15, anche se aveva preferito abitare nella più tranquilla Arese dove sono cresciuti i suoi due ragazzi, un figlio di 42 anni e una figlia di 40. Lui tutte le mattine era dietro il bancone del negozio, insieme all’amata Anna Pirotta, 79 anni, e combattere con la vita. E qualche volta con i rapinatori. «Giancarlo era un bel pezzo d’uomo, non aveva certo paura e teneva la pistola sotto il banco» racconta il vicino e amico Renato Vigani, 59 anni, gestore di un negozio di telefonia. «Ricordo che una volta ha anche messo in fuga i banditi sparando».
Poi alla fine degli anni Novanta un tumore al fegato l’aveva prostrato. «Ha resistito qualche anno, sottoponendosi a cure pesantissime poi 12 anni fa ha deciso di vendere tutto e trasferirsi in un villa con piscina sui colli piacentini, a Carpaneto». Qui il gioielliere si era lentamente ripreso e aveva potuto vedere i suoi ragazzi sposarsi e andare a mettere su casa a Paderno, la figlia, e a Rho. «Era ospitalissimo, ogni volta che noi negozianti della zona andavamo a trovarlo ci teneva a pranzo e cena. E quanto insisteva perché passassimo anche la notte da lui».
Un paio di mesi il nuovo dramma: la moglie, colpita da ictus mentre era dalla figlia, viene ricoverata nella Residenza Sanitaria «Emilio Bernardelli», a Paderno Dugnano, specializzata in lungodegenze. Aveva quindi iniziato un percorso medico che stava dando i suoi frutti: «La paziente non era in pericolo di vita. Si stava riabilitando, era cosciente e vigile» ha spiegato Eugenio Vignati, direttore sanitario della struttura. Progressi forse impercettibili per l’uomo che, persa la speranza, ieri mattina ha deciso di agire. Alle 10.30 come tutte le mattine si è presentato in clinica con la tazzina di caffè e il mazzolino di fiori. Ha attraversato l’ingresso, salito le scale, raggiunto la stanza della moglie e si è chiuso dentro. Qualche minuto dopo le due detonazione seguita da una terza a distanza di qualche secondo. Quando il personale è entrato nella stanza ha trovato l’uomo accasciato sul letto con un foro alla tempia. «Se mamma muore io la seguo» aveva detto e ha mantenuto la promessa.


Link