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Giovanni Miceli, 67 anni, trasportatore. Già denunciato per violenze e minacce dalla prima moglie, uccide la seconda colpendola con una spranga di ferro, a botte e bastonate. Poi infila il corpo in uno scatolone, chiama un fattorino e si fa aiutare a gettare il pacco lungo i binari della ferrovia. Fugge ma viene rintracciato e condannato a 30 anni, ridotti a 16 anni e 8 mesi in Appello

Spello (Perugia), 16 Giugno 2013


Titoli & Articoli

Svelato il mistero: il corpo nello scatolone era della badante Olga Dunina, ucraina di 62 anni Uccisa a botte e bastonate (Tuttoggi – 19 giugno 2013)
Nella giornata di oggi emergono le prime novità e colpi di scena, sul mistero del cadavere ritrovato in uno scatolone lungo la strada che collega Foligno a Spello, a metrà strada tra i Vivai Brocani e la stazione ferroviaria spellana
Il marito scomparso – La vittima è Olga Dunina, una badante ucraina di 62 anni, che assisteva anziani e malati. L’attenzione degli inquirenti si sta concentrando sul 67enne Giovanni Miceli, suo marito, di origini siciliane ma da tempo residente a Foligno e domiciliato in via Petrucci, un vicolo in pieno centro storico cittadino. I Carabinieri hanno atteso invano il rientro dell’uomo presso la propria abitazione e questo la dice ben lunga anche sul fatto che non fosse stata presentata alcuna denuncia di scomparsa. A condurre le indagini, il sostituto procuratore Mario Formisano. Le indagini si starebbero estendendo anche in Sicilia, ma non si esclude un tragico epilogo della vicenda.
Miceli principale sospettato – Gli inquirenti avrebbero iscritto il marito nel registro degli indagati in quanto lo riterrebbero il principale indiziato per l’effereto delitto. A quanto sembra l’uomo avrebbe a che fare anche per lavoro con scatole, scatoloni ed imballaggi-
Amore nato alla Caritas – I due si sarebbero conosciuti tre anni fa proprio a Foligno, entrambi infatti frequentavano le strutture della Caritas diocesana in piazza San Giacomo dove andavano in cerca di lavoro e di assistenza. Un amore coronato lo scorso anno con le nozze.
Il mistero dello scatolone – Si scopre anche che il cartone utilizzato per trasportare il cadavere era un grande scatolone che sarebbe dovuto servire per consegnare merce in un’attività di abbigliamento del centro storico di Foligno
Il ritrovamento casuale – Il passante che ha ritrovato il corpo è un agricoltore di Cannara che stava transitando a bordo del suo scooter. Fermatosi sulla piazzola, la sua attenzione è stata attratta da un cane randagio che si stava aggirando nei pressi nell’anfratto selvatico. Avvicinatosi con estrema cautela, l’uomo ha così aperto una porzione dello scatolone, ancora sigillato con del nastro isolante. Fatta la macabra scoperta ha immediatamente avvisato le forze dell’ordine, intervenute prontamente sul posto per recintare l’area e mettere in sicurezza il luogo del rinvenimento.
Corpo tra coperte e lenzuola – Il corpo era per così dire occultato con lenzuola, coperte, sacchi di plastica e alcuni pezzi di cellophane, legati tra di loro da nastro adesivo, probabilmente per evitare dispersione di sangue dal corpo. La vittima è stata ritrovata con le gambe piegate, questo ha permesso all’assassimo di occupare meno spazio e trasportarla più agevolmente.
Spunta un foulard – Sembra che durante l’esame del cadavere sia stato rinvenuto un foulard da donna nella gola della povera Olga Dunina, un pezzo di stoffa ad una certa profondità, che potrebbe essere stato usato dall’omicida per impedire alla donna di parlare o urlare.
Uccisa a botte e bastonate – Di corporatura robusta, pare indossasse soltanto una vestaglia senza biancheria intima. Dai primi accertamenti sembra sia stata violentemente picchiata e quindi finita con pesanti colpi alla testa inferti da un bastone o da una spranga con addondante fuoriuscita di sangue.
L’ipotesi di un complice – La morte sarebbe avvenuta in un luogo chiuso L’omicida in base alla ricostruzione, avrebbe portato il corpo della donna in auto per poi trascinare il pesante scatolone nell’anfratto. A questo punto ci si chiede se l’omicida possa essere ricorso all’aiuto di un complice, almeno per l’occultamento di cadavere.
Arrivano i Ris – Agli uomini del Ris di Roma spetta ora il compito di ispezionare scientificamente la casa di via Rutili. Ieri sera c’è stato un approfondito sopralluogo da parte dei carabinieri di Perugia e del magistrato Formisano, ma nessuna traccia evidente utile per le indagini è stata trovata.
Il caso a ‘Chi l’ha visto ?’ – Dovrebbe giungere a Foligno una troupe della trasmissione televisiva ‘Chi l’ha visto ?’ proprio per realizzare un reportage riguardante ii femminicidi che nel giro di pochi giorni hanno letteralmente sconvolto la comunità folignate, dall’omicidio della giovane badane ucraini uccisa per strada in zona Agorà alla tragica morte della badante ucraina rinvenuta cadavere lungo la strada tra Foligno e Spello.
La testimonzia dei vicini – Increduli, sconcertati i vicini di casa in via Petrucci. Da alcuni la coppia viene descritta come litigiosa, diverbi spesso legati a questioni economiche, vista la carenza di risorse economiche dei due. Una ragazza racconta anche un particolare episodio. “Alcuni giorni fa stavo scaricando alcune buste della spesa dalla mia auto al portone del palazzo – scrive su facebook – e Giovanni Miceli si era offerto di aspettarmi in strada per tenermi sotto controllo la vettura onde evitare l’avvicinarsi di eventuali malintenzionati”. Con enorme rammarico abbiamo appreso la notizia della tragica morte di Olga Dunina, la donna ucraina di 62 anni ritrovata senza vita dentro uno scatolone ieri mattina nei pressi di Spello.
Cordoglio della Caritas – “La Caritas diocesana di Foligno aveva avuto modo di conoscere Olga e suo marito Giovanni negli anni scorsi. Quest’ultimo aveva usufruito del servizio mensa offerto dalla Caritas ed era stato seguito ed aiutato per qualche tempo per far fronte ad alcune difficoltà economiche, fino al giugno del 2011. Il direttore della Caritas diocesana di Foligno, Mauro Masciotti, esprime tutto il suo dispiacere per la drammaticità dell’accaduto, ancora una volta una donna vittima di brutalità e violenza”.

Badante uccisa, il marito confessa: «Mi ha detto ‘sei impotente’ e l’ho colpita. Non volevo ucciderla» (Umbria24 – 6 settembre 2013)
L’ha uccisa colpendola due volte con un tubo di ferro alla testa perché lei gli aveva detto che era impotente. L’ha colpita prima dietro, poi davanti, sulla nuca e sulla fronte, mentre lei era sul letto che si limava le unghie. Giovanni Miceli, l’uomo arrestato il tre agosto dai carabinieri del nucleo investigativo di Perugia per l’omicidio di Olga Dunina, ritrovata cadavere il 18 giugno scorso in uno scatolone lungo la ferrovia di Spello,  ha confessato tutto al pubblico ministero Mario Formisano durante l’interrogatorio che si è tenuto in carcere a Perugia giovedì pomeriggio.
Non voleva ucciderla L’uomo ha spiegato che non aveva intenzione di ammazzare la donna, secondo il suo racconto, avrebbe voluto colpirla alla testa. Invece Olga Dunina è morta domenica 16 giugno intorno alle 12, dopo essere stata colpita con un tubo di ferro che il marito ha detto di aver tenuto in camera per spostare i mobili. Due giorni prima del ritrovamento del cadavere avvenuto il martedì successivo da parte di un passante nei pressi della stazione ferroviaria di Spello.
Non ucciderei più Giovanni Miceli, su richiesta del suo avvocato, ha specificato che se uscisse dal carcere non ucciderebbe più nessuno. L’uomo è accusato di omicidio volontario aggravato dal fatto di aver ucciso una persona già vittima di maltrattamenti da parte dell’assassino. (di Francesca Marruco)

Spello, badante uccisa, marito condannato a 30 anni (Spello Oggi – 11 dicembre 2013)
Giovanni Miceli, 68 anni, è stato riconosciuto colpevole dell’omicidio di Olga Dunina, la moglie, uccisa a Foligno il 16 giugno scorso. Il gup di Perugia lo ha condannato a 30 anni di reclusione. La sentenza del processo, svolto con rito abbreviato, e’ arrivata oggi pomeriggio. Il corpo della donna era stato trovato da un passante all’interno di uno scatolone lungo la strada che da Foligno porta a  Spello. Miceli fu rintracciato dai carabinieri circa un mese dopo il ritrovamento, ospite di una famiglia di conoscenti a Roma.
Per il pm Mario Formisano, Giovanni Miceli deve essere condannato al 30 anni per aver ucciso e occultato il cadavere di Olga Dunina, sua moglie, ritrovata il 16 giugno in uno scatolone abbandonato lungo la strada tra Foligno e Spello. Secondo l’accusa, l’avrebbe ucciso la moglie con più colpi, sferrati con un tubo di ferro per poi pulire l’abitazione nel centro di Foligno, chiudere il corpo nel cellophane e poi adeguarlo in uno scatolone, preso appositamente. Per trasportare il corpo Miceli – è stato ricostruito – si era servito di un operaio che ignorava il contenuto dell’involucro. Proprio l’uomo aveva fornito agli investigatori elementi utili alla ricostruzione del delitto.
Miceli, durante un interrogatorio, ha ammesso di aver ucciso la moglie, ma di averlo fatto in un raptus, al culmine di una lite fatta di insulti. “Diceva che ero impotente, brutto, sdentato”. All’ipotesi dell’impero l’accusa non crede. I familiari di Olga si sono costituiti parte civile tramite gli avvocati Gentile e Cozza. La parte civile si è allineata alla richieste della Procura, che ha richiesto il massimo in considerazione della scelta dell’imputato di un rito abbreviato che garantisce fino a un terzo di sconto della pena. E ha quantificato in un milione di euro il risarcimento.

Uccise moglie a Foligno, ridotta condanna in appello (Umbria Left – 17 dicembre 2014)
Ridotta da 30 a 16 anni e otto mesi di reclusione la condanna per Giovanni Miceli, il sessantottenne accusato di avere ucciso nel 2013 la moglie ucraina Olga Dunina, nascondendo poi il cadavere in uno scatolone abbandonato nei pressi della ferrovia a Foligno. Il processo si e’ svolto con il rito abbreviato. La Corte d’assise d’appello di Perugia ha infatti riconosciuto le attenuanti generiche all’imputato diminuendo la pena inflitta dal gup di Perugia. L’udienza di oggi e’ stata celebrata a porte chiuse. Miceli e’ detenuto nel carcere di Perugia.


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